Il cloro e i trialometani nell’acqua del rubinetto

Pubblicato su 28 Novembre 2022 Aggiornato il 20/07/2023

La clorazione dell’acqua è salutata come “la più grande conquista di salute pubblica del 20° secolo“. Ma il cloro ha due facce. Da una parte, ci protegge dalle batterie idriche e dalle malattie come la dissenteria. D’altra parte, studi dimostrano che il cloro e i suoi sottoprodotti sono nocivi alla salute.

Cos’è il cloro?

Il cloro è una sostanza chimica trovata un po ‘dappertutto. Per esempio, nella candeggina e nei disinfettanti industriali. Viene utilizzato nella fabbricazione di molti prodotti di consumo, in particolare il cloruro di polivinile (PVC) e altre materie plastiche. Fu persino usato come arma chimica (gas velenoso) durante la prima guerra mondiale.

Ma probabilmente conosci il cloro per il suo utilizzo nelle piscine… e nell’acqua del rubinetto.

Da oltre cento anni le compagnie idriche usano il cloro (sotto forma di cloro gassoso, cloridrato di calcio o ipoclorito di sodio) per disinfettare l’acqua destinata al consumo umano perché uccide batteri, microbi e virus che prosperano nei serbatoi d’acqua e nelle piscine, e aiuta a prevenire la diffusione di malattie come tifo, dissenteria e colera.

Questa strategia è stata usata per la prima volta alla fine del 1800 (la città di Maidstone, in Inghilterra, è stata la prima ad avere l’intera fornitura d’acqua trattata con cloro nel 1897), ed è ancora utilizzata oggi.

Però, il cloro non è un metodo infallibile per garantire la pulizia e la potabilità dell’acqua. Infatti, alcuni studi hanno dimostrato che molti organismi tossici, tra cui E.coli, si sono adattati e sono diventati resistenti al cloro. Ciò significa che anche se l’acqua del rubinetto è clorata, può lo stesso contenere batteri e virus attivi… oltre ad altre sostanze nocive.

Perché c’è cloro nell’acqua del rubinetto?

Il cloro finisce nell’acqua del rubinetto perché è usato in molti paesi, l’Italia inclusa, per disinfettare l’acqua. Poi, interagisce con l’acqua per formare altre sostanze.

Il cloro reagisce con materie organiche (come ramoscelli, foglie e altre impurità) nelle acque superficiali o sotterranee e forma sottoprodotti chiamati trialometani (THM). Quattro di questi THM sono inclusi nei parametri delle normative sull’acqua potabile dell’Unione Europea: cloroformio, bromoformio, dibromoclorometano e bromodiclorometano.

Anche se il paese in cui vivi non usa il cloro per disinfettare l’acqua, potrebbe comunque essere presente in piccole quantità perché il cloro è un componente delle canalizzazioni in PVC delle reti di distribuzione dell’acqua pubblica.

Quali sono gli effetti del cloro e dei trialometani sulla salute?

La questione della sicurezza del cloro ha diviso gli scienziati per decenni. Alcuni affermano che i vantaggi di questo tipo di disinfezione superano i rischi posti dal cloro o dai suoi sottoprodotti. Ma ci sono anche studi che collegano l’esposizione al cloro a difetti alla nascita, a una qualità ridotta dello sperma e un rischio piu alto di prematurità e basso peso alla nascita.

Un esempio in linea con questi studi è il caso dell’Irlanda, che ha il secondo livello più alto di spina bifida (un difetto alla nascita che succede quando la colonna vertebrale e il midollo spinale del bambino non si formano correttamente) al mondo. In Irlanda, il 90% dell’acqua è clorata. La compagnia idrica Irish Water ha recentemente testato oltre 700 campioni di acqua potabile e ha scoperto che 59 di loro, in 13 contee, hanno superato il limite legale per i THM.

Niente di questo è nuovo. Già negli anni ’60, divenne chiaro che anche bassi livelli di cloro e dei suoi sottoprodotti erano tossici per le piante e gli animali.

Nel 1974, nei Paesi Bassi, vari studi hanno dimostrato che quasi tutte le forniture di acqua clorata erano contaminate da cloroformio, un noto cancerogeno.

Il cloro è stato anche collegato al cancro alla vescica. Uno studio pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives ha rilevato che oltre 6000 casi di cancro alla vescica in Europa possono essere attribuiti ai THM e ai sottoprodotti della disinfezione dell’acqua.

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) non classifica l’acqua clorata sulla base della sua cancerogenicità. Tuttavia, ha classificato due THM regolati dall’UE – cloroformio e bromodiclorometano – come “sospetti cancerogeni umani” (gruppo 2B).

Il bromoformio e il bromodiclorometano, gli altri due THM regolati, non sono stati classificati in base alla loro cancerogenicità. Ma ciò non significa che non siano potenzialmente pericolosi. In uno studio, è stato scoperto che il bromoformio riduce i livelli di emoglobina (l’emoglobina è una proteina nel sangue che trasporta l’ossigeno in tutto il corpo). Il bromodiclorometano può provocare l’infiammazione cronica, ciò che può aprire la porta ad altre malattie. Uno studio norvegese ha rilevato un’associazione significativa tra l’esposizione all’acqua clorata e un rischio più elevato di malformazioni cardiache, respiratorie e urinarie.

Norme sul cloro nell’acqua di rubinetto – Linee guida dell’OMS e dell’UE sull’acqua potabile 

L’ultima direttiva sull’acqua potabile dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stabilisce i seguenti limiti: 

  • Cloro: 5 milligrammi per litro d’acqua / 5000 microgrammi per litro 
  • Clorito: 0,7 milligrammi per litro / 700 microgrammi per litro 
  • Clorato: 0,7 milligrammi per litro / 700 microgrammi per litro 
  • THM:
    • Cloroformio: 0,3 milligrammi per litro / 300 microgrammi per litro 
    • Bromoformio: 0,1 milligrammi per litro / 100 microgrammi per litro 
    • Dibromoclorometano: 0,1 milligrammi per litro / 100 microgrammi per litro 
    • Bromodiclorometano: 0,06 milligrammi per litro / 60 microgrammi per litro  

La direttiva europea sull’acqua potabile stabilisce i seguenti limiti: 

  • Clorito: 0,25 milligrammi per litro / 250 microgrammi per litro 
  • Clorato: 0,25 milligrammi per litro / 250 microgrammi per litro 
  • Se il metodo di disinfezione utilizzato genera sia clorito che clorato (come quando si utilizza il biossido di cloro), si applica un valore massimo di 0,70 milligrammi (700 microgrammi) per litro. 
  • THM (quantità totale per cloroformio, bromoformio, dibromoclorometano e bromodiclorometano): 0,1 milligrammi per litro / 100 microgrammi per litro 

Il cloro nell’acqua del rubinetto in Italia

In Italia, l’introduzione del cloro per la potabilizzazione delle acque cominciò all’inizio del 1900, rappresentando un importante passo avanti per l’approvvigionamento idrico e la qualità dell’acqua.  

E difficile avere un’immagine completamente chiara sulla situazione presente in Italia, perché i dati sono raccolti di modo decentralizzato. Però un’analisi condotta dall’Istituto Barcellona per la salute globale (ISGlobal), trova che la media di THM nell’acqua italiana è di 3,1 nanogrammi al litro. Ma al di là della media, è stato riportato un livello massimo di contaminanti di 129,5 nanogrammi al litro, cioè più del livello massimo stipulato dalla direttiva sull’acqua potabile.

Uno studio a rivelato che su 27.297 casi di cancro alla vescica in Italia, 366 sono attribuibili ai THM. Il ricercatore dello studio di ISGlobal dice che questi cancri potrebbero essere evitati “ottimizzando il trattamento delle acque, la disinfezione, le pratiche di distribuzione e altre misure.”

Con tanti studi che dimostrano i potenziali pericoli del cloro, perché è ancora usato per trattare l’acqua? Possiamo solo ipotizzare. Qualunque sia la ragione, ci sono alternative non tossiche per fornire acqua di rubinetto pulita. 

Per esempio, nei Paesi Bassi, il cloro è stato gradualmente eliminato dal sistema di trattamento dell’acqua dagli anni ’70 e non è più stato utilizzato dal 2005. Le aziende idriche olandesi disinfettano l’acqua del rubinetto con raggi ultravioletti, stagni di sedimentazione o trattamento dell’acqua con ozono, metodi che non producono sottoprodotti nocivi. In Svizzera, Germania e Austria, il cloro viene evitato il più possibile.

Come rimuovere il cloro dall’acqua del rubinetto

Come dimostra l’esempio dei Paesi Bassi, è possibile disinfettare l’acqua senza usare il cloro. Ma fino a quando l’Italia non segue quest’esempio, sta a noi eliminare il cloro dalla nostra acqua potabile.

Puoi farlo in diversi modi:

  • Riempi una caraffa con acqua del rubinetto al mattino e lasciala riposare in frigorifero o all’aperto per una giornata. Il gas di cloro pesa meno dell’aria, quindi si evaporerà dall’acqua.
  • Fai bollire l’acqua per 15 minuti (questo accelera l’evaporazione del gas di cloro) e lasciala raffreddare prima di berla.
  • Investi in un filtro per l’acqua capace di rimuovere efficacemente il cloro (un filtro contenente carbone attivo)… come i filtri ZeroWater.

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Cronologia del cloro

1785: Il gas di cloro viene utilizzato per la prima volta per candeggiare i tessuti (invenzione del chimico francese Claude Berthollet)

1789: Invenzione dell’ipoclorito di sodio, noto in Francia come “eau de Javel” (candeggina) quando Berthollet fa passare il gas di cloro attraverso una soluzione di carbonato di sodio.

1895: Vengono scritte proposte per l’aggiunta di cloro all’acqua per renderla “priva di batterie”.

1897: La città di Maidstone, in Inghilterra, è la prima ad avere il suo approvvigionamento idrico trattato con cloro: una soluzione di candeggina viene usata per disinfettare una canalizzazione in seguito a un’epidemia di tifo.

1902: Inizio della clorazione permanente dell’acqua in Europa (Belgio).

1905: Inizio della clorazione permanente dell’acqua in Inghilterra.

1908: Inizio della clorazione permanente dell’acqua negli Stati Uniti.

1915: Il gas di cloro viene utilizzato come arma nella prima guerra mondiale.

1974: Uno scienziato olandese scopre la presenza di cloroformio nell’acqua potabile clorata. Ciò innesca l’eliminazione graduale della clorazione dell’acqua nei Paesi Bassi.

1994: Il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton firma un ordine che stabilisce che l’acqua clorata dovrebbe essere vietata appena sarà disponibile un’alternativa sicura. Questo divieto non è stato ancora introdotto, sebbene siano disponibili alternative.

2005: Chiusura ufficiale della clorazione dell’acqua nei Paesi Bassi.